mercoledì 22 agosto 2012





SPREAD 

Questo inarrestabile fantasma.


Siamo assillati, se non terrorizzati, da questo fantasma che non ha forma, colore e odore. L’aria ne è pregna, le nostre vite ne rimangono saturate e turbate, senza capire che cosa sia. Lo spread ci colpisce ogni giorno con le sua oscillazioni e impalpabilità.

Ma cos’è questo fantasma, questa bestia nera innominabile? Dando una definizione tecnica o quasi: è il differenziale di rendimento tra due titoli di Stato, tra i Paesi che fanno parte dell’Eurozona, per il momento ancora diciassette! E nemmeno a dirlo chi la fa da padrone tra i titoli dei titoli è la Germania con i suoi sicuri e luccicanti Bund, di contro ci siamo noi (lasciamo perdere la Grecia) con i nostri nazionali colabrodo Btp e Buoni del tesoro a lungo termine. 

Quando il differenziale, cioè lo spread, è altissimo, vuol dire che gli investitori non ci ritengono affidabili nel lungo periodo, così per poter investire nel nostro Paese richiedono rendimenti molto alti. Un esempio: il 9 novembre del 2009 lo spread aveva toccato i 575 punti base, che per i Buoni del tesoro decennali significava un tasso di interesse pari al 7,47 per cento, tasso di interesse che era impensabile potere sostenere al lungo termine. Ricordo che il 24 luglio scorso la Borsa di Milano è crollata e lo spread è salito a 537 punti.

Nonostante il signor Mario Monti abbia adottato con novizia e perizia le  vergate strutturali richieste da Bruxelles, i Mercati hanno risposto picche. E ancora per giustizia di cronaca, a marzo il fantasma era sceso a quota 300. E poi cos’è successo? Si dice che la Spesa pubblica aumenti ancora. Strano perché noi cittadini iniziamo a stingerci in tondo per riscaldarci meglio. Ma non sarà che qualcuno tra una speculazione e l’altra si sta godendo la villeggiatura extra lux da noi inconsapevolmente offerta?

Intanto il nostro fantasma mietitore miete ansie e depressione. Dal punto di vista psicologico la dottoressa Silvia Vegetti Finzi parla di “ansia fluttuante” che colpisce prevalentemente bambini, più sensibili a termini e concetti astratti che non comprendono, e le donne che più direttamente vedono la crisi abbattersi sui loro borsellini e carrelli della spesa. Inoltre dalla ricerca della dott.ssa Finzi, risulta che la fascia d’età maggiormente angosciata sia quella tra i 45 e 54 anni, cioè quella fascia su cui l’onere del mantenimento della famiglia, casa e genitori anziani pesa maggiormente.

Insomma il fantasma non si vede, ma fa sentire tutta la sua nefasta irruenza. E a noi cosa rimane? Non la speranza, ma la certezza di poter fare, coinvolgere noi stessi attivamente e rendendoci partecipi delle cose che sembrano piombarci addosso irreparabilmente, e regalandoci quei piccoli e grandi momenti che ci fanno sentire, perdonatemi l’espressione, ancora felici. Allegando a questo "essere felice" anche la mitica e sempreverde tazzulella e cafè, finché si può!



Parte delle informazioni sullo spread e sul termine “ansia fluttuante” sono state prese da un articolo di Dario Biagi, giornalista e scrittore, uscito su “Confidenze” numero del 15 agosto 2012

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