SPREAD
Questo inarrestabile fantasma.
Siamo
assillati, se non terrorizzati, da questo fantasma che non ha forma, colore e
odore. L’aria ne è pregna, le nostre vite ne rimangono saturate e turbate, senza capire che cosa sia. Lo spread ci colpisce ogni giorno con le sua oscillazioni e impalpabilità.
Ma
cos’è questo fantasma, questa bestia nera innominabile? Dando una definizione
tecnica o quasi: è il differenziale di rendimento tra due titoli di Stato, tra i
Paesi che fanno parte dell’Eurozona, per il momento ancora diciassette! E
nemmeno a dirlo chi la fa da padrone tra i titoli dei titoli è la Germania con
i suoi sicuri e luccicanti Bund, di contro ci siamo noi (lasciamo perdere la
Grecia) con i nostri nazionali colabrodo Btp e Buoni del tesoro a lungo termine.
Quando il
differenziale, cioè lo spread, è altissimo, vuol dire che gli
investitori non ci ritengono affidabili nel lungo periodo, così per poter
investire nel nostro Paese richiedono rendimenti molto alti. Un esempio: il 9
novembre del 2009 lo spread aveva toccato i 575 punti base, che per i Buoni del
tesoro decennali significava un tasso di interesse pari al 7,47 per cento,
tasso di interesse che era impensabile potere sostenere al lungo termine.
Ricordo che il 24 luglio scorso la Borsa di Milano è crollata e lo spread è
salito a 537 punti.
Nonostante il signor Mario Monti abbia adottato con novizia e perizia le vergate strutturali richieste da Bruxelles, i Mercati hanno risposto picche. E ancora per giustizia di cronaca, a marzo il fantasma era sceso a quota 300. E poi cos’è successo? Si dice che la Spesa pubblica aumenti ancora. Strano perché noi cittadini iniziamo a stingerci in tondo per riscaldarci meglio. Ma non sarà che qualcuno tra una speculazione e l’altra si sta godendo la villeggiatura extra lux da noi inconsapevolmente offerta?
Intanto
il nostro fantasma mietitore miete ansie e depressione. Dal punto di vista
psicologico la dottoressa Silvia Vegetti Finzi parla di “ansia fluttuante” che
colpisce prevalentemente bambini, più sensibili a termini e concetti astratti che non comprendono,
e le donne che più direttamente vedono la crisi abbattersi sui loro borsellini
e carrelli della spesa. Inoltre dalla ricerca della dott.ssa Finzi, risulta che
la fascia d’età maggiormente angosciata sia quella tra i 45 e 54 anni, cioè quella fascia
su cui l’onere del mantenimento della famiglia, casa e genitori anziani pesa
maggiormente.
Insomma
il fantasma non si vede, ma fa sentire tutta la sua nefasta irruenza. E a noi
cosa rimane? Non la speranza, ma la certezza di poter fare, coinvolgere noi stessi
attivamente e rendendoci partecipi delle cose che sembrano piombarci addosso irreparabilmente, e regalandoci quei piccoli e grandi momenti che ci fanno sentire, perdonatemi
l’espressione, ancora felici. Allegando a questo "essere felice" anche la mitica e
sempreverde tazzulella e cafè, finché
si può!
Parte
delle informazioni sullo spread e sul termine “ansia fluttuante” sono state
prese da un articolo di Dario Biagi, giornalista e scrittore, uscito su
“Confidenze” numero del 15 agosto 2012
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