SOSTEGNO AL LAVORO E CATTEDRALI NEL DESERTO
TUTTI IN PELLEGRINAGGIO!
Visto che le cifre sono il mezzo di comunicazione che ormai dilaga in
ogni tipo di notizia che si rispetti, questo blog non può esimersi dal fare altrettanto, sbandierando numeri e cifre come una bandiera pirata: all'assalto miei prodi numerini! A partire dal caposaldo indiscusso, lo spread (per carità che qualcuno si
assumi l’eroico fardello di aborrirlo, e fisicamente e sulla carta) fino al
numero indefinito di X setole del nuovo mascara ciglia lunghe e perfette dell’ultimissima
casa cosmetica in voga. Pare che l’industria della cosmesi sia quella che non
risenta dei contraccolpi della processione, pardon,
recessione. Non so cosa sia meglio usare: processione o recessione, forse
potremmo provare tutti quanti con una processione per sgominare la recessione.
Se qualcuno ha idea di dove si possa organizzare e soprattutto a chi votarla (
santi e non), tutte le proposte sono bene accette. Allora è cosa buon e giusta fare il punto della situazione.
Riprendendo con i nostri numeri infiniti, come non lo è la nostra pazienza, vorrei
elencarvi alcune cifre sulla “questione lavoro”: mancanza di lavoro, politiche
del lavoro, sostegno al lavoro, in altre parole crisi occupazionale. Purtroppo
mi rendo conto che saranno solamente cifre circoscritte al comune di Torino, e
che come al solito le cifre sono radicalmente differenti da nord a sud,
possiamo fare di meno e lo faremo!
I
numeri sono stati esposti dalla commissione Lavoro, dove il vicesindaco Tom
Dealessandri ha illustrato i dati dell’impegno della Città per fare fronte alla
crisi economica, in risposta alla denuncia dell’Associazione
Lavoro Piemonte – over 40 http://www.lavoro-over40.it/. La
questione è che si parla maggiormente di crisi occupazionale per i giovani, ma
per gli over 40 il problema non è da meno, con l’aggravante che chi ha perso il
posto di lavoro a 40 anni e più, deve pensare anche a campare la famiglia. Sono
sempre meno rari i casi di persone che hanno una fascia d’età tra i cinquanta e
anche sessant’anni che si ritrovano a dover cercare lavoro, perché ha chiuso
l’impresa dove erano occupati.
Veniamo
a noi: il comune di Torino stanzia 3.450 milioni di euro più altre risorse
derivate da progetti nazionali e europei, sul fronte occupazionale.
- Dal primo semestre 2011 al primo del 2012 più di 6000 cittadini si sono registrati al sistema informativo per segnalare lo stato di disponibilità al lavoro, in questo modo hanno potuto accedere alle azioni di sostegno al reddito o all’inserimento lavorativo;
- 2500 cittadini disoccupati hanno usufruito di una consulenza individuale;
- 1936 hanno partecipato ai seminari dedicati alla ricerca del lavoro;
- 1100 hanno beneficiato di alcune iniziative (non definite).
- Sono 3000 le persone che si sono presentate agli sportelli del Lavoro nelle Circoscrizioni 3 e 5 ( e le altre?) via carlo del prete e c.so ferrucci;
- 390 le persone prese in carico dal progetto di ricollocazione;
- 250 persone hanno avuto un lavoro da maggio 2010 a maggio 2012;
- 59 giovani under 29 sono stati inclusi in percorsi finalizzati all’inserimento lavorativo, di cui 14 collocati;
- 150 tirocini attivati, di cui 94 con imprese in Paesi europei.
- Al momento sono 500 le persone impegnate nei cantieri di lavoro per l’impiego temporaneo per disoccupati di lungo periodo http://www.comune.torino.it/lfs/documenti/cantieri2011/bando.pdf
- La Città ha anticipato la Cassaintegrazione a 370 lavoratori. Le ore di Cassaintegrazione sono passate da 13 milioni nel 2008 a 61 milioni nel primo semestre del 2011, e oltre 12 mila sono i lavoratori iscritti nelle liste di mobilità.
Il
vicesindaco ha tenuto a precisare che il 49% della popolazione in cerca di un
lavoro ha un livello di istruzione che non va oltre la scuola dell’obbligo (Ma è sicuro?).
Insomma
la Città non è rimasta a girarsi i pollici, progetti sono stati intrapresi e
iniziative portate avanti. Certamente molto si può fare ancora. Ma tutto mi
appare come la costruzione delle cattedrali nel deserto. Un deserto fatto di
imprese che spariscono come nulla fosse, e quasi ci si chiede se siano
veramente mai esistite, se non fosse per le urla afone di chi ha perso il
lavoro. I progetti per la ricollocazione, formazione e riqualificazione
appaiono lettera morta davanti ad una domanda del lavoro che bisogna andare a
scavare nella fitta sabbia di questo deserto. Speriamo che l’arsura e il sole
non ci diano alla testa, abbacinati da oasi inesistenti.
Un
caro saluto a tutti.
Tutte
le informazioni di questo post sono state prese dal sito CittAgora:
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