NEOLIBERISMO VS WEALFARE STATE
La storia si ripete disse qualcuno, probabilmente se ciò
è vero, e mi pare che lo sia, si deve all’enorme mancanza di inventiva di
economisti, operatori economici, politici, cittadini e vatte la pesca.
Siamo ancora, e più che mai, a chiederci “dio
grazia, ma quale sarà mai la soluzione per i mali economici, sociali e
ambientali di questo mondo?”
Non
riuscendo a inventarsi nulla di nuovo si è riesumato da oltre un ventennio, la
mitica e sempre florida, per chi florido vuol essere, ideologia liberista, che
trovò la luce intorno all’Ottocento facendo da madrina alla Rivoluzione Industriale. Oggi la Globalizzazione ha trovato la sua madrina,
meglio matrigna, nel neoliberismo e nei suoi sostenitori: Friedrich August-Von-Hayek (premio nobel nel 1974 per l’economia), Ludwig Von Mises, Jacques Leon Rueff, che i cieli li
abbiano in gloria!
Ma quali sono i punti cardine del
Neoliberismo?
- Liberazione dell’economia dallo Stato
- Privatizzazione dei servizi pubblici
- Apertura dei mercati (globalizzazione)
L’intervento
dello Sato per i liberisti, o neoliberisti, non è nient’altro che una pesante
catena che ostacolerebbe il processo evolutivo dell’economia mondiale. Lo
Stato, che nella visione neoliberista non viene a rappresentare i cittadini di un Paese, deve
essere usato ad uso e consumo dell’Economia. Lo Sato non dovrebbe, e di fatto
oggi proprio non potrebbe esserlo meno, essere una “livella” che smorza le
diseguaglianze e appiana i disequilibri (Welfare State), lo Stato dovrebbe
essere un entità asettica, una sorta di operatore che ingrassa gli ingranaggi
di Madame Economia, che tanto poi a
tutto il resto ci pensa lei!
Oggi,
nel baratro mondiale più assoluto, forse il neoliberismo dovrà cedere il posto
a ideologie più “democratiche?”.
Premi
Nobel, signori economisti degni di nota e rispetto sostengono la necessità di
cambiare rapidamente registro, Alberto Burgio,Mario Dogliani, Gianni Ferrara,
Luciano Gallino, sono solo alcuni esempi nostrani.
Ecco
cosa dice Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001 durante una
conferenza “Oltre l’austerità” a Roma a cura della Fondazione Italianieuropei italianieuropei-oltre l'austerità:
“A
Monti suggerirei in primo luogo di concentrare la sua azione piuttosto che sul
taglio della spesa pubblica, sull’aumento del reddito. È la disoccupazione a creare deficit –
aggiunse Stiglitz – e non viceversa” .
Altro
premio Nobel per l’economia, Paul Krugman, ecco cosa scrive: “… più di quattro
anni dopo l’inizio della crisi finanziaria, le principali economie del mondo
restano profondamente depresse. … e la ragione è che ci affidiamo a idee da
tempo smentite, che sono causa di errori profondi, sia sulle cause della crisi
sia sulla risposta appropriata”.
Ma
ovviamente tutto questo parlare ha un limite, il limite della prospettiva di
chi guarda, il limite dell’uomo che ha e vuole sempre di più, e il limite di
quello che non ha, e crede fiducioso che lo Stato lo rappresenti.
Link utili: Neoliberismo
Wealfare State
Fonti: Liberetà - http://www.libereta.it/
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