martedì 27 novembre 2012



 NEOLIBERISMO VS WEALFARE STATE



La storia si ripete disse qualcuno, probabilmente se ciò è vero, e mi pare che lo sia, si deve all’enorme mancanza di inventiva di economisti, operatori economici, politici, cittadini e vatte la pesca.
Siamo ancora, e più che mai, a chiederci “dio grazia, ma quale sarà mai la soluzione per i mali economici, sociali e ambientali di questo mondo?”

Non riuscendo a inventarsi nulla di nuovo si è riesumato da oltre un ventennio, la mitica e sempre florida, per chi florido vuol essere, ideologia liberista, che trovò la luce intorno all’Ottocento facendo da madrina  alla Rivoluzione Industriale. Oggi  la Globalizzazione ha trovato la sua madrina, meglio matrigna, nel neoliberismo e nei suoi sostenitori: Friedrich August-Von-Hayek (premio nobel nel 1974 per l’economia), Ludwig Von Mises,  Jacques Leon Rueff, che i cieli li abbiano in gloria!

Ma quali sono i punti cardine del Neoliberismo?

  1. Liberazione dell’economia dallo Stato 
  2. Privatizzazione dei servizi pubblici 
  3. Apertura dei mercati (globalizzazione)

L’intervento dello Sato per i liberisti, o neoliberisti, non è nient’altro che una pesante catena che ostacolerebbe il processo evolutivo dell’economia mondiale. Lo Stato, che nella visione neoliberista non viene a  rappresentare i cittadini di un Paese, deve essere usato ad uso e consumo dell’Economia. Lo Sato non dovrebbe, e di fatto oggi proprio non potrebbe esserlo meno, essere una “livella” che smorza le diseguaglianze e appiana i disequilibri (Welfare State), lo Stato dovrebbe essere un entità asettica, una sorta di operatore che ingrassa gli ingranaggi di Madame Economia, che tanto poi a tutto il resto ci pensa lei!

Oggi, nel baratro mondiale più assoluto, forse il neoliberismo dovrà cedere il posto a ideologie più “democratiche?”.

Premi Nobel, signori economisti degni di nota e rispetto sostengono la necessità di cambiare rapidamente registro, Alberto Burgio,Mario Dogliani, Gianni Ferrara, Luciano Gallino, sono solo alcuni esempi nostrani.

Ecco cosa dice Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001 durante una conferenza “Oltre l’austerità” a Roma a cura della Fondazione Italianieuropei italianieuropei-oltre l'austerità:
“A Monti suggerirei in primo luogo di concentrare la sua azione piuttosto che sul taglio della spesa pubblica, sull’aumento del reddito. È la disoccupazione a creare deficit – aggiunse Stiglitz – e non viceversa” .

Altro premio Nobel per l’economia, Paul Krugman, ecco cosa scrive: “… più di quattro anni dopo l’inizio della crisi finanziaria, le principali economie del mondo restano profondamente depresse. … e la ragione è che ci affidiamo a idee da tempo smentite, che sono causa di errori profondi, sia sulle cause della crisi sia sulla risposta appropriata”.

 Ma ovviamente tutto questo parlare ha un limite, il limite della prospettiva di chi guarda, il limite dell’uomo che ha e vuole sempre di più, e il limite di quello che non ha, e crede fiducioso che lo Stato lo rappresenti.


Link utiliNeoliberismo
                Wealfare State 
 Fonti: Liberetà -  http://www.libereta.it/

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