OVER 50? A NEW GENERATION
Distanti dall’età pensionabile e troppo “vecchi” per le aziende, il loro bagaglio culturale è inestimabile, così come la loro esperienza. Ma nonostante ciò la tendenza delle aziende è quella di non preferirli ai giovani.
Eppure
da uno studio condotto recentemente in Germania, gli over cinquanta presentano
alcuni vantaggi non indifferenti come l’assenza di ambizione nel rincorrere la
carriera, quindi meno richieste a differenza di un trentenne, l’esperienza
comunicativa acquisita in anni di professione, il minor livello di
conflittualità che si genera in un ambiente ad alto tasso competitivo. Inoltre
i cinquantenni sono più flessibili, più pronti a trasferimenti perché ormai
liberi da impegni famigliari.
E se
si pensa che sono anche pronti a rimettersi in gioco, pronti a ripartire per la
grande avventura della riqualificazione, il gioco è fatto.
Zaino
alle spalle, sneakers ai piedi e ipod alla mano, gli over cinquanta non si
arrendono e diventano novelli studenti. Grazie ai corsi di formazione e
riqualificazione professionale sovvenzionati con tanto di moltiplicazione dei
pani e dei pesci da molte Regioni e da alcune aziende, molti cinquantenni,
rimasti fuori dal mercato del lavoro, giocano la carta indispensabile della
riqualificazione professionale per affinare vecchie competenze e acquistarne di
nuove.
Non
solamente i corsi promuovono la riqualificazione professionale, ma possono
diventare delle preziosissime risorse non trascurabili per la creazione di nuove
professionalità, che non necessariamente
dovranno integrare quelle acquisite
negli anni.
Un
mio amico, ex responsabile dell’Area contabile di una nota azienda di
serramenti che ormai ha chiuso i battenti, decide di reinvestire in una nuova professione,
quella del gelataio e dice: “Ero stanco di avere a che fare con numeri che dopo
anni di esperienza erano diventati sterili, privi di significato. In questo
momento che sembrerebbe così drammatico, ho bisogno di concretizzare le mie
azioni. Ho bisogno di vedere con i miei occhi e toccare con mano il prodotto
finito del mio lavoro. Forse questo sarà un nuovo e avventuroso capitolo della
mia vita”.
Quanto
conta in termini di aspettative personali la riqualificazione? Quanto
investiamo in termini di risorse emotive e di tempo per frequentare corsi di
specializzazione e riqualificazione professionale? La perdita del lavoro può
portare ad una rivalutazione di se stessi e dei propri bisogni?
La
riqualificazione è un blando analgesico o ha realmente un valore aggiunto?
Può
un’esperienza drammatica come la perdita del lavoro modificare la nostra
prospettiva sulla vita. Possiamo utilizzare questo evento e i nostri 40/50
anni come un momento per guardarci onestamente in faccia e chiederci: “Cosa voglio
fare adesso? Possiamo permetterci il lusso di un istante per non pensare più al
mutuo, alla spesa e ai figli? Possiamo?
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