mercoledì 17 ottobre 2012


OVER 50? A NEW GENERATION


Distanti dall’età pensionabile e troppo “vecchi” per le aziende, il loro bagaglio culturale è inestimabile, così come la loro esperienza. Ma nonostante ciò la tendenza delle aziende è quella di non preferirli ai giovani.

Eppure da uno studio condotto recentemente in Germania, gli over cinquanta presentano alcuni vantaggi non indifferenti come l’assenza di ambizione nel rincorrere la carriera, quindi meno richieste a differenza di un trentenne, l’esperienza comunicativa acquisita in anni di professione, il minor livello di conflittualità che si genera in un ambiente ad alto tasso competitivo. Inoltre i cinquantenni sono più flessibili, più pronti a trasferimenti perché ormai liberi da impegni famigliari.

E se si pensa che sono anche pronti a rimettersi in gioco, pronti a ripartire per la grande avventura della riqualificazione, il gioco è fatto.

Zaino alle spalle, sneakers ai piedi e ipod alla mano, gli over cinquanta non si arrendono e diventano novelli studenti. Grazie ai corsi di formazione e riqualificazione professionale sovvenzionati con tanto di moltiplicazione dei pani e dei pesci da molte Regioni e da alcune aziende, molti cinquantenni, rimasti fuori dal mercato del lavoro, giocano la carta indispensabile della riqualificazione professionale per affinare vecchie competenze e acquistarne di nuove.

Non solamente i corsi promuovono la riqualificazione professionale, ma possono diventare delle preziosissime risorse non trascurabili  per la creazione di nuove professionalità,  che non necessariamente dovranno integrare quelle  acquisite negli anni.

Un mio amico, ex responsabile dell’Area contabile di una nota azienda di serramenti che ormai ha chiuso i battenti, decide di reinvestire in una nuova professione, quella del gelataio e dice: “Ero stanco di avere a che fare con numeri che dopo anni di esperienza erano diventati sterili, privi di significato. In questo momento che sembrerebbe così drammatico, ho bisogno di concretizzare le mie azioni. Ho bisogno di vedere con i miei occhi e toccare con mano il prodotto finito del mio lavoro. Forse questo sarà un nuovo e avventuroso capitolo della mia vita”.

Quanto conta in termini di aspettative personali la riqualificazione? Quanto investiamo in termini di risorse emotive e di tempo per frequentare corsi di specializzazione e riqualificazione professionale? La perdita del lavoro può portare ad una rivalutazione di se stessi  e dei propri bisogni?

La riqualificazione è un blando analgesico o ha realmente un valore aggiunto?

Può un’esperienza drammatica come la perdita del lavoro modificare la nostra prospettiva sulla vita. Possiamo utilizzare questo evento e i nostri 40/50 anni come un momento per guardarci onestamente in faccia e chiederci: “Cosa voglio fare adesso? Possiamo permetterci il lusso di un istante per non pensare più al mutuo, alla spesa e ai figli? Possiamo?


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