PARTE SECONDA
IL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI? IO AUTORIZZO, E POI?
L'esperienza accennata nel post precedente è stata risolutiva per pormi alcune domande sulla fatidica frase apposta nella parte conclusiva del nostro curriculum vitae:
"Autorizzo il trattamento dei miei dati personali in conformità al D.lgs 196/2003".
Orbene le domande che mi scuotono spririto e corpo sono le seguenti:
- Chi è colui, il quale autorizzo al trattamento dei miei Dati Presonali, e quali diritti e doveri ha nei confronti dei beneamati dati?
- Cosa si intende per Dati Personali?
Alla prima domanda potrei rispondere che, autorizzati al trattamento dei dati personali sono tutti coloro ai quali possiamo apparire simpatici, intelligenti, belli, alti, magri, professionalmente incomparabili, e con una notevole propensione ad accettare proposte di lavoro creative, stimolanti, rinfrescanti, appaganti e paganti, molto molto paganti. Ma siccome è doveroso essere seri quando si parla di legge, quella con la L maiuscola, quella che costa tempo, sudore intellettuale e notti insonne da parte del legislatore e suoi derivati, nonchè soldi da parte dei contribuenti e suoi derivati, ecco che rispondo: noi, nella fattispecie tittolari del curriculum vitae, autorizziamo il trattamento dei nostri dati personali unicamente all'ipotetica azienda prescelta, la quale non potrà portarli a zonzo presso terzi, se non per il fine ultimo e nobile per il quale un curriculum vitae è presentato: fare la fila in panetteria, anche nel senso estensivo del termine!
Inoltre, la nostra azienda, scelta e pescata nella rosa infinita delle miriadi di opportunità, ha il dovere di trattare e conservare con la massima diligenza e serietà i nostri strabilianti dati personali, diversamente incapperà in atroci sanzioni penali!
Alla seconda domanda, cosa si intende per Dati Personali il legislatore, salvatore della privacy, fa un distinguo tra dati comuni personali e dati sensibili.
Dato personale è qualsiasi informazione riferita ad una persona, e non pensiate che ci si riferisca unicamente al nostro bel nome con annesso cognome, data di nascita, quisquillie e pinzellacchere, troppo ovvio, anche il numero di targa di una vettura riferita al suo proprietario o
il numero di una polizza riferita all'assicurato, rientrano nella fattispecie Dati Comuni Personali. Per questo tipo di dati le società non sono obbligate a chiedere espressamente l'autorizzazione per il loro utilizzo, che deve essere comunque inerente ad un'attività pre-contrattuale, anche nel caso in cui venissero messi a disposizione di terzi.
Dati personali sensibili che consistono in “dati personali idonei a rivelare l’origine razziale ed
etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le
opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od
organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale,
nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita
sessuale”.
Mi chiedo, ma chi caspita va ad inserire nel cv il trafiletto che segue: professo la filosofia del libero amore, sono sorella della luna, fratello del sole, prego costantemente e contemporaneamente Confucio, Buddha, il Grande Spirito, Gesù, Paperino, Minni e Pluto. Mi massaggio i sette chakra canonici, consulto on line i Tarocchi di Osho, e leggo l'oroscopo. Bevo e non bevo, fumo e non fumo. Sono allergica a RealTime e tutte le sue varianti, al Grande Fratello e tutte le sue varianti, "1984" di G.Orwell variante esclusa, alla liposuzione e a tutte le sue varianti ". Insomma scherzi a parte, è possibile che alcuni dati sensibili sfuggano al nostro controllo? La risposta è sì. C'è infatti, la reale possibilità che un candidato inserisca un dato sensibile non essendone consapevole, oppure non potendone fare assolutamente a meno. Esempio: nome, Mustafa Aït Hammou, oppure Libero Levi. Detto fatto! So presumibilmente origine razziale, etnica, orientamento politico e religioso! Addio controllo! Il consenso al trattamento dei propri dati sensibili dovrebbe essere rilasciato in modo consapevole ed informato, ma quali mezzi ha in questo caso il candidato per capire quale sarà il destino dei propri dati? Risposta: nessun mezzo.
Mi chiedo, ma chi caspita va ad inserire nel cv il trafiletto che segue: professo la filosofia del libero amore, sono sorella della luna, fratello del sole, prego costantemente e contemporaneamente Confucio, Buddha, il Grande Spirito, Gesù, Paperino, Minni e Pluto. Mi massaggio i sette chakra canonici, consulto on line i Tarocchi di Osho, e leggo l'oroscopo. Bevo e non bevo, fumo e non fumo. Sono allergica a RealTime e tutte le sue varianti, al Grande Fratello e tutte le sue varianti, "1984" di G.Orwell variante esclusa, alla liposuzione e a tutte le sue varianti ". Insomma scherzi a parte, è possibile che alcuni dati sensibili sfuggano al nostro controllo? La risposta è sì. C'è infatti, la reale possibilità che un candidato inserisca un dato sensibile non essendone consapevole, oppure non potendone fare assolutamente a meno. Esempio: nome, Mustafa Aït Hammou, oppure Libero Levi. Detto fatto! So presumibilmente origine razziale, etnica, orientamento politico e religioso! Addio controllo! Il consenso al trattamento dei propri dati sensibili dovrebbe essere rilasciato in modo consapevole ed informato, ma quali mezzi ha in questo caso il candidato per capire quale sarà il destino dei propri dati? Risposta: nessun mezzo.
Ne consegue dunque che, la fatidica formula autorizzatoria inserita perfettamente nei nostri cv "autorizzo il trattamento dei miei bla bla bla" è una bufala necessaria, a cui, ahimè, non possiamo sottrarci.
Forse sarebbe più giusto che, ogni qualvolta un Pincopallo prende in mano i nostri dati per farne non si sa bene cosa, ci faccia una telefonata: "Scusi, volevo comunicarle che stiamo per usare i suoi dati personali comuni e sensibili. Siamo in procinto di spedirli sulla Luna. Avrebbe qualcosa in contrario?" Macchè! Mandassero anche me sulla Luna!
L'indirizzo di chi ci può tutelare: IL GARANTE DELLA PRIVACY:
Per i san tommaso di turno: "Codice in materia di protezione dei dati personali. Decreto Legislativo 196/2003"